Prima di cominciare questo post, volevo condividere questa vignetta disegnata dal mio hermano stefano sanchez martino, ispirata al mio post precedente sull’overland track
(adoro il mostro sulla schiena!)
Oltre ad avermi fatto fare una incredibile figura di merda (ho riso fino alle lacrime tra gli anziani di un circolo dove scroccavo wifi), ma io e ste siamo esperti in materia, mi riempie di orgoglio che un artista come lui trovi il tempo x dedicarsi alle mie baggianate (so che ora mi insulterà e si schernirà), è talento vero quando in una sola vignetta e con pochi semplici tratti si riesce a riassumere un’intera situazione ma anche a trasformarla in qualchecosa di diverso. Grazie Ste… Aspetto con trepidazione, magari x la fine del mio viaggio, l’illustrazione sulla ESCALERA INCAAA!
Ma torniamo a noi, anzi, torniamo a io… Arrivo ad hobbart in una bella mattina di sole, trovo un alloggio nel solito ostello in una camerata da 14 posti (con i soliti stranieri in cerca di lavoro), e vado a farmi un giro… La città non è malaccio, dovrei fermarmi 2 notti e poi seguire una dritta di mia mamma e passare dalla freycinet peninsula, sulla costa est della tasmania. Scopro, come al solito, che il bus che dovrei prendere c’è tutte le mattine, tranne di sabato, che ovviamente è il giorno in cui dovrei partire… Panico… Che ci faccio 3 intere giornate a Hobbart? Mi dicono che il sabato c’è un famoso mercato originale che attira un gran numero di turisti e locali… Mi sto quasi convincendo, quando mi fermo a riflettere… Ma a me che cazzo me ne frega a me di sto mercato?! (x dirla come maccio capatonda nell’italiano medio )… Cambio programma e decido di partire domani, ciao ciao Hobbart, è stato bello… Il giorno dopo arrivo a coles bay, paesino minuscolo e fantasma, il classico posto di villeggiatura x pensionati, ma la stagione inizia fra una decina di giorni, quindi è ancora deserto. Sono qui xchè qui c’è l’ingresso al parco della freycinet peninsula, mi piazzo nel bel campeggio sulla spiaggia e invece di optare x la solita camminata turistica fino alla wineglass bay (considerata una delle 10 spiaggie più belle del mondo), decido che domani partiró x un’altro tracking che in 3 giorni mi farà fare il giro della penisola… Già che siamo in ballo… La spesa è ridotta al minimo, faró la fame x 3 giorni, ma mi carico d’acqua che al contrario dell’overland track qui i torrenti sono in secca, fa un caldo cane e non sembra possa piovere a breve. Dopo un bel tramonto mi infilo in tenda a studiare la mappa della penisola mentre la mia residenza viene assaltata da un gruppo rivoluzionario di opossum che vorrebbe a tutti i costi appropriarsi del mio già scarso cibo, dopo essere uscito un paio di volte in mutande e avere minacciato di spogliarmi del tutto, evidentemente gli opossum si arrendono al fatto che in città c’è un animale più affamato di loro e mi lasciano dormire in pace.
(tramonto a coles bay/mini amici nel bagno del campeggio/ due scorci davanti al mio campeggio)
All’alba sono pronto a partire, il problema è che il mio campeggio dista 12 km dall’ingresso del parco vero e proprio, dove mi aspetta una prima giornata da 8 ore di camminata… Proprio non mi va di prolungare la sofferenza, e poi oltre al mostro mi porto dietro 5 litri d’acqua! Così, ci provo, estraggo il mio pollice magico e neanche 5 minuti dopo, una macchina si ferma x caricarmi… Saranno le mie magnifiche gambe tornite ad aver fatto colpo! Arrivo all’ingresso del parco accompagnato da questa simpatica famiglia indiana che mi tartassa di domande sul xchè sono così carico e se sono certo di fare questo tracking… Mica sto andando in guerra! Controllo mappa e scorta d’acqua e parto. Mentre la famiglia indiana e gli altri turisti si dirigono verso wineglass bay, io prendo la direzione opposta, faró il giro della penisola in senso antiorario e questo mi permetterà di tenere wineglass bay alla fine e di gustarmi una notte e un’alba senza gente nei paraggi. Il sole picchia, sebbene questo tracking non sia impegnativo come l’overland, bisogna presto abituarsi ai nuovi “nemici”… Se nell’overland erano l’ipotermia e il fango, qui sono il caldo, la disidratazione e gli insetti. Mosche, api, tafani che sciamano in ogni dove, un rumore infernale di cicale e grilli e sopratutto libellule che volano in formazione compatte di decine e decine (deve esserci stata da poco la schiusa) e che mi evitano regolarmente all’ultimo istante… la woodstock degli invertebrati! Si suda e si sale, il tracking è quasi tutto lungo la costa ma bisogna valicare una bella montagnetta da cui poi si ridiscende rapidamente verso la promise bay dove mi accamperó x la prima notte. Oltre agli amici insetti, lungo il sentiero incontro un paio di begli esemplari di tiger snake, una delle 3 specie di serpenti presenti in tasmania (tutte e 3 estremamente pericolose), ma scappano molto velocemente, basta provocare un pó di vibrazioni sul terreno, così mi procuro un bastone tanto x aumentare il rumore che ormai cammino con un’andatura leggera e silenziosa (meno dispendiosa) e l’ultimo serpente si è accorto di me un pó troppo tardi. Mi stupisce che all’ingresso del parco non ci siano molti avvisi sui serpenti, mentre l’overland ne era pieno, qui in 3 giorni ne vedró almeno una dozzina, mentre li ne ho visto solo uno…ma è stato un incontro più teso di quelli avuti qui: l’ho visto quando era a meno di un metro, in mezzo alle radici scure al lato del sentiero, ci ho messo un pó a riconoscerlo xchè era il primo che vedevo, poi era immobile, sembrava morto… Il tempo di fare un passo indietro e si è arrotolato su se stesso, decisamente non un bel segnale, ci ha messo un paio di minuti a decidere di mollare il sentiero e farmi passare… Ora che ne ho visti molti altri, posso dire con certezza che quello era un esemplare giovane e quindi molto più pericoloso, normalmente con un adulto il primo morso è solo di avvertimento, non inocula il veleno, quello lo tiene x le prede… Quindi col senno di poi è stato un incontro mooolto teso. Arrivo alla promise bay… Promessa mantenuta devo dire, la spiaggia é magnifica e mi accampo nel boschetto alle sue spalle. Altro bel tramonto e 2 scatolette su una tavola improvvisata ma con una vista da paura.
(promise bay/ momento “altri popoli mi attendono”/cenetta a lume di tramonto/un particolare)
Svegliato dal solito zampettare… Mi affaccio dalla tenda che albeggia e mi ritrovo faccia a faccia con un giovane wallaby… Sembra più curioso di me e si avvicina, mi annusa e mi zompetta intorno… Avevo già notato che con i wallaby ho un certo feeling, non scappano quasi mai se non faccio movimenti bruschi, mentre appena compare un’altra persona si dileguano improvvisamente… Forse puzzo di wallaby, infatti se alla fine tra l’overland e qui ne vedró a decine, di wombati (un misto tra un orso e un procione, un animale magnifico ma nervosetto) ne ho visto solo uno di sfuggita, mentre altri bushwalker hanno avuto interessanti incontri ravvicinati… Probabilmente non puzzo di wombat. Comunque l’animale simbolo del tracking della freycinet peninsula x me rimane il serpente tigre. Altro incontro interessante: appena il giovane wallaby decide che non sono il suo tipo, vado verso il rifugio d’emergenza dove so esserci un paio di cisterne di acqua piovana, controllo se contengono un pó d’acqua e riesco riempire una bella bottiglia, ovviamente me ne infischio dei consigli di farla bollire o aggiungere disinfettanti, ormai il mio stomaco è abituato, incredibilmente in 6 mesi di cibo sconosciuto e di acqua bevuta da torrenti non ho mai avuto neanche il più piccolo problema. Mentre assaggio l’acqua della cisterna, un movimento all’ingresso del rifugio attira la mia attenzione, mi avvicino furtivo e trovo all’interno del rifugio il più grosso serpente tigre che abbia visto! Veramente grooosso… Si allontana indispettito infilandosi nella stufa in disuso del rifugio (credo di aver fatto una discreta ripresa con la gopro)… Chiaro amico, questo è il tuo rifugio… Tranquillo che io dormo in tenda! Peró mi piace proprio questo animale, e non mi mette la paura che invece sarebbe meglio avere, comunque, x la statistica, lo scorso anno solo 10 persone sono state morse da un serpente in tasmania, ed erano tutti cacciatori di serpenti… Direi che quindi si puó stare più che sereni. Certo l’animale principe dell’overland era tutta un’altra cosa: il corvo della tasmania. Il suo richiamo è una costante, e la sua astuzia è proverbiale tra i rangers. Ha imparato ad aprire le zip degli zaini e a trafugare le buste di cibo… Ho assistito personalmente alla scena di 2 bushwalker che si sono ritrovati gli zaini depredati… Animale magnifico il corvo!! Chiudo la parentesi animali, ma del resto non ne avevo ancora parlato e il cuggggino non me lo avrebbe perdonato.
(l’uomo che sussurrava ai wallaby/ fratello corvo, so che osservi il mio zaino!)
Il secondo giorno di tracking è abbastanza duro, dovrei abbandonare la costa e superare un paio di alti rilievi per poi ridiscendere e campeggiare sulla costa opposta nella bella wineglass bay che si affaccia sul pacifico. La prima mezz’ora sono in compagnia di una simpatica coppia olandese che sta girando il mondo in bicicletta (già da un anno e ne hanno davanti un’altro), ci scambiamo dei consigli (la loro prossima tappa è il sud america e arrivano dal nepal), ne ottengo degli interessanti consigli che dovró valutare. Quando la strada comincia a salire ci separiamo, loro hanno fatto il giro in senso orario (straaaano che io lo stia facendo al contrario) e continueranno lungo la costa. La salita è veramente dura e il sole picchia. Si sente che è un sole maligno, probabilmente x il sottile strato di ozono, e mi devo fermare spesso a dissetarmi e a riprendere fiato, peró il paesaggio è sempre magnifico e dopo una parte quasi in scalata (sto zaino mo lo scaravento giù nella valle!) sono in cima e la vista della wineglass bay è davvero sconvolgente… Mi fermo un’oretta su un grosso masso a mangiare un panino e le solite mandorle, poi è ora di scendere, ancora un paio d’ore e mi tufferó in quella magnifica baia.
(IL MONDO È MMMIOOO… Questa la capisce solo ste)
Due ore di discesa tra la umida vegetazione e raggiungo il campeggio nascosto in un angolo della wineglass bay. Monto la tenda in tempo record, mi infilo il costume e mi fiondo in acqua… Gelida… Ma una vera goduria… Passeggio lungo la lunga spiaggia e capisco xchè viene considerata una delle 10 più belle al mondo: un arco perfetto di sabbia bianca finissima, l’acqua che degrada lentamente dal azzurro tenue al blu profondo, e alle sue spalle una foresta lussureggiante ed incontaminata… Arriva il tramonto e siamo solo in 2 tende a goderci lo spettacolo.
(un sorso di wineglass bay)
La testa peró mi fa dei giochi strani, sono mesi che vedo posti magnifici da solo e piano piano mi stavo rendendo conto di quanto condividere i bei momenti sia importante… La wineglass bay mi da il colpo di grazia e scatta il click… Divento malinconico all’inverosimile e certamente rilleggermi “into the wild” in questi giorni non aiuta… Poi il colpo di grazia: tiro fuori il mio fazzoletto di contrada con attaccato il mio cactus porta fortuna per l’annaffiata mensile e… NUOOOOO!!! Il cactus non è più tra noi! Credo che non abbia retto il gelo dell’overland. Lo osservo rinsecchito nella sua mini capsula e ripenso a tutti i rischi che mi sono preso per contrabbandarlo in tutti questi mesi attraverso numerose frontiere e nerboruti poliziotti sempre in cerca di vegetali, semi e altro… Ne hanno più paura che di un uzi o di un arco con frecce esplosive tipo quello di rambo (ne ho sempre desiderato uno). Speravo che il piccolo cactus avrebbe finito il giro del mondo insieme a me e che avrebbe continuato la sua vita in un bel vasetto sul mio balcone… Tristezza… Mi consolo pensando che ora è in posto migliore, tra nuvolette fatte di roccia, rovi e polvere. Notte agitata x me… Neanche l’ennesimo wallaby mattutino mi tira su il morale, il click ormai è scattato. Sbaracco e mi metto in marcia e la wineglass bay mi da l’ennesimo colpo basso: baia deserta, il sole appena sorto e un grosso branco di delfini che surfa nell’acqua placida… E neanche un cactus con cui condividere tutta questa bellezza. Torno verso la civiltà, non riesco neanche a scroccare un passaggio col mio magico pollice (credo che si senta in distanza che puzzo di wallaby)… per un pó ci daró un taglio con questi tracking, devo elaborare questa cosa del condividere la bellezza… E fra una settimana ne avró l’occasione. Alla prossima che mi vedrà lasciare la magica tasmania e nel frattempo ricordate: Paaazziiii…proteggete i vostri cactus dal gelo improvviso!